Una fotografia dell’andamento delle gelaterie italiane nel
2019, effettuata dall’Osservatorio SISTEMA GELATO parla di una crescita del
settore, sia nel nostro Paese che all’estero, dove rappresentano il 25,4% del
totale contro il 25,2% dell’anno precedente. L’attuale difficoltà rappresentata
dal diffondersi della pandemia di Covid-19 colpisce e colpirà nel prossimo
futuro anche questa filiera produttiva, mentre nell’immediato porterà a
celebrare virtualmente l’ottava edizione dell’European Gelato Day.
Le catene di gelaterie italiane nel corso del 2019 hanno
visto un aumento dei punti vendita del 7,5%: a rivelarlo è l’Osservatorio
SISTEMA GELATO, secondo il quale nello stesso anno si sono registrate 110 nuove
aperture in italia e nel mondo. L’analisi è stata effettuata sul saldo aperture/chiusure
delle 50 principali catene di gelaterie e i dati parlano di una crescita che ha
portato i punti vendita ad aumentare da 1475 a 1585, di cui tre quarti sul
territorio italiano e un quarto all’estero. In termini di produttività, le
catene di gelaterie italiane realizzano vendite al dettaglio per un valore di
mezzo miliardo di euro all’anno.
Anche la presenza e l’incidenza delle catene di gelaterie
italiane sui mercati esteri nel 2019 risultano significative, tanto che oggi
rappresentano il 25,4% del totale contro il 25,2% dell’anno precedente. Nel
dettaglio, i punti vendita al di fuori del territorio italiano sono aumentati
dell’8,3%, passando da 372 unità del 2019 alle 403 attuali. Il numero dei paesi in cui si trova almeno
una catena di gelaterie italiane è passato da 56 a 62: in testa c’è l’Europa
(32,3%), seguita da Asia (18,4%), medio Oriente (17,9%), centro-sud America
(15,4%), nord America (9,2%), Africa (5,8%) e Oceania (1%). Non mancano però
anche le new entry, tra le quali spiccano Israele, Giappone, Camerun, Reunion,
Georgia, Bahrein e Bulgaria, contro alcune uscite come Bangladesh e Angola.
Coronavirus: quali cambiamenti per l’immediato futuro?
Si tratta di numeri che, secondo l’Osservatorio SISTEMA
GELATO, sarebbero stati destinati ad aumentare in questi mesi, ma che
certamente subiranno dei rallentamenti tenendo conto del delicato periodo che
stiamo vivendo. Secondo la Fipe, infatti, la ristorazione (tra cui si
annoverano anche le gelaterie) perderà in Italia 8 miliardi di euro per la fine
del 2020 a causa dell’epidemia di Covid-19, che ha messo in ginocchio l’intera
economia mondiale. Non mancano le preoccupazioni anche per i lavoratori, dal momento
che la filiera del gelato garantisce in Europa un’occupazione a 315 mila
persone e un giro di affari di 9,5 miliardi di euro.
Ma non basta, perché a causa della pandemia cambiano anche
le abitudini della popolazione, così che l’ottava edizione dell’European Gelato
Day – unica giornata che il Parlamento europeo abbia dedicato a un alimento e
che si festeggia il 24 marzo di ogni anno in onore del gelato artigianale –
sarà celebrata virtualmente invece che in gelateria, nelle strade o nelle
piazze. Una decisione che si rende necessaria in questo momento particolarmente
complesso, ma che rappresenta anche la volontà di guardare avanti con
ottimismo. “Quest’anno il Gelato Day avrà un sapore diverso e non potremo
celebrarlo come avremmo voluto – commenta Marco Miquel Sirvent, Presidente di
Artglace, associazione che è stata ideatrice della Giornata Europea del Gelato
Artigianale – Siamo vicini a tutti i gelatieri e consumatori d’Europa in un
momento difficile che presto supereremo insieme. Il mondo del gelato ripartirà,
più forte di prima”.
Il gelato? Agli italiani piace anche in inverno
Al di là dell’inevitabile blocco attuale, in linea generale
quello del gelato sembra essere un settore che non conosce crisi o battute
d’arresto stagionali: secondo i dati raccolti dalla Fipe (Federazione Italiana
Pubblici Esercizi) e presentati durante il Sigep 2020, il 43% delle gelaterie
del nostro paese si concentra nel sud e sulle isole; quattro attività su dieci
rinunciano alle chiusure invernali, restando aperte 365 giorni l’anno. La
domanda di gelato artigianale in Italia risulta infatti costante, tanto che il
37% delle gelaterie lavora ormai tutto l’anno; anche le attività che non
rinunciano alla chiusura stagionale ne hanno accorciato notevolmente la durata,
per rispondere alle richieste di un mercato in espansione.
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sbarca anche in gelateria
A proposito di consumatori, invece, i gusti di quelli
italiani sarebbero sempre più chiari e definiti: secondo la Fipe, infatti,
sempre più persone prediligono il gelato artigianale e ben il 62% degli
intervistati hanno una gelateria di fiducia; se proprio devono sceglierne una
nuova, lo fanno seguendo il passaparola (mentre solo un italiano su tre si
affida ai social network o al web). Pesano sulla valutazione non solo la
qualità delle materie prime usate, ma anche la presenza o meno di un
laboratorio all’interno del locale e la tipologia stessa dell’attività: molti
prediligono infatti gelaterie “pure”, evitando i locali misti che facciano
gelateria e caffetteria o gelateria e pasticceria insieme.
Se tra i gusti “tradizionali” più amati spiccano fragola,
cioccolato e nocciola, cosa dire invece rispetto al gelato vegan? Come confermato anche da una vetrina
internazionale come il Sigep, sia le grandi aziende che i piccoli rispondono
sempre di più e sempre meglio alle nuove tendenze di mercato, esponendo almeno
una referenza plant-based oltre ai gusti alla frutta. Emerge chiara la volontà
di creare gusti nuovi e alternativi accanto alla ricerca per proporre in chiave
dairy-free i grandi classici della tradizione come cioccolato, nocciola,
pistacchio, meringa. Anche le scelte da parte delle gelaterie confermano questa
tendenza: sono sempre di più le attività che optano per l’accreditamento
gratuito VEGANOK, che viene rilasciato anche a locali non completamente vegan
ma che siano in grado di garantire alla clientela più opzioni 100% vegetali tra
cui scegliere, conformi al rigido disciplinare etico VEGANOK.