Crollano del 40% i ricavi per il comparto del gelato | Marketing Journal - 14 gennaio 2021

REDAZIONE - Gravi danni al comparto del gelato che vede un crollo del giro di affari del 40%. Il boom del delivery e le aperture estive non servono a risollevare il comparto

La pandemia da Covid-19 ha causato problemi a tutto il comparto del fuori casa, compreso il mondo delle gelaterie che fanno registrare un calo di fatturato del 40%: si è passati da 2,5 a 1,5 miliardi nel 2020. A fornire questi dati è Conpait Gelato presieduta da Davide De Stefano che spiega inoltre come questo crollo sia dovuto soprattutto al calo di vendita nelle grandi città turistiche (si è arrivati anche all’80%) senza contare le chiusure primaverili; gravi perdite che non sono state compensate dalle vendite durante la stagione estiva.

Un discorso a parte merita il delivery; evidenzia l’Osservatorio “Gelato delivery” di Deliveroo e Sistema Gelato, il 2020 è stato l’anno del gelato a domicilio con un aumento del 113% degli ordini rispetto all’anno precedente e con il 62% delle gelaterie in più presenti sulla piattaforma rispetto al 2019.

Il gelato si è quindi trasformato nella coccola per eccellenza durante i mesi più duri del lockdown inserendosi anche nel nuovo trend degli acquisti a domicilio, che, con molta probabilità, resterà nelle abitudini dei consumatori anche nel post pandemia.

Questo successo comunque, come dichiara Claudio Pica, segretario generale dell’Aig (Associazione italiana gelatieri) e presidente della Fiepet-Confesercenti di Roma e Lazio sulle pagine de Il Sole 24 Ore, non basta: il delivery non potrà da solo risollevare il comparto, rappresentando tra l’altro solo il 5% del giro d’affari.

Per questo c’è bisogno di soluzioni concrete e incisive anche per il mondo della gelateria, tenendo conto che in molti non hanno ricevuto i ristori previsti perché il codice ATECO non risultava tra quelli beneficiari; resta forte inoltre il problema degli sfratti e del peso fiscale. Le stime prevedono che senza ulteriori interventi rischiano la chiusura per quest’anno 10mila esercizi su 39mila, un vero colpo ad uno dei comparti che più di altri rappresenta l’eccellenza del Made in Italy.